lunedì 12 marzo 2012

L'arte di vivere con mille euro al mese

Vivere con mille euro al mese, quando va bene, e piuttosto spesso con qualcosa meno di mille, è diventata una malinconica arte per moltissimi.








Quelli che sono cresciuti in famiglie che pensavano di essersi sottratti all' economica quotidiana – qualora non rimangano direttamente a casa di mammà o non vi si appoggino con solerte frequenza per ogni attività, in primis mangiare, che comporterebbe esborsi – sono costretti ad acrobatici equilibrismi per tentare di mantenere uno stile di vita il più possibile simile a quello a cui erano abituati.

Vivere in condivisione si proietta quindi verso orizzonti anagrafici assai più lunghi di quanto non fosse un tempo, in un prolungamento della vita da studenti che continua per anni, nell'impossibilità di pagare un affitto per una casa propria. Chi si sia sobbarcato un mutuo, grazie a un avvio della carriera lavorativa che pareva più promettente di quanto non fosse in realtà, subaffitta ad altri per sforbiciare la rata mensile. Per gli acquisti si va a caccia di sconti. Il portafogli che di suo sarebbe assai smilzo è invece gonfissimo di tessere a punti di quattro supermercati diversi, di tre catene di librerie, di un paio di produttori di benzina, di due centri estetici. Per quanto le visite in tutti questi posti siano rare, perché in ogni caso costosi, e la raccolta di punti arranchi, nessuno si separa mai dal suo carnet di tessere per non perdersi la possibilità di uno sconticino finale.


Per il cellulare, o più spesso per lo smartphone che per quanto costosetto evita l'acquisto di un pc, il surfare tra tariffe e operatori diversi è frequentissimo, benché poi si telefoni perlopiù con Skype e si mandino messaggi con WhatsApp, in entrambi i casi senza spendere un centesimo. Per permettersi qualche lusso, una cena al ristorante cino-giapponese o eritreo, un corso di yoga, un massaggio, una seduta di cavitazione per ridurre la cellulite o qualche necessità meno voluttuaria, come una visita oculistica o un impianto ondontoiatrico dal dentista, si attende che compaia un annuncio sui siti o groupalia.it., che propongono ogni genere di servizio con ghiottissimi sconti, oppure si consulta che agglutina proposte di servizi a prezzi ribassati.

L'analogo servizio offerto da Google Offers per ora è invece attivo soltanto in un mazzo di città americane, ma non tarderà a espandersi altrove. Quando si deve fare un regalo un'opportunità piuttosto frequentata è quella di comprare una Smartbox, cioè un cofanetto tematico in cui, tra una rosa di opzioni diverse, si può scegliere dove fare una cena per due o una gita fuoriporta. L'attrazione per la Smartbox è legata, più che a quello che consente di fare, alla sensazione che si stia pagando un po' meno di quello che normalmente costerebbe l'attività, spesso mangereccia, scelta. Per fare la spesa, oltre a frequentare più di un supermercato selezionando fior da fiore ogni promozione, Punto Fragola e 3x2, si può aderire a un gruppo di acquisto, scegliendo a seconda delle disponibilità economiche, tra formule che puntano al risparmio tout court e altre che hanno come priorità un approccio più "etico" e "critico" alla spesa.

Per concedersi una breve vacanza, ma qui i qualcosa-di-meno-che-milleuristi sono pressoché esclusi, l'aereo low-cost sembra ormai una scelta colpevolmente spendacciona. Per risparmiare ancora di più, si fruga tra i mille siti che propongono last minute e last second e talvolta si sceglie la meta in funzione di quale sia l'offerta più vantaggiosa, spesso su una nuova linea verso qualche città minore dell'Europa centro-orientale. Chi è più spigliato può invece cercarsi un passaggio in macchina cercando tra gli annunci di roadsharing.com, autostop.it e siti analoghi. I più lesti di bicchiere, che nonostante un reddito traballante proprio non rinuncerebbero a bere qualcosetta in compagnia al calare della sera, sono tra quelli che tengono in rigogliosa vita il rito per il resto ormai frusto dell'happy hour, svaligiando buffet spesso piuttosto stantii e risprmiandosi così l'onere di prepararsi la cena, e soprattutto il relativo esborso.

Per comprare una poltrona di seconda mano o per recuperare qualche soldo dalla vendita della mountain bike che non serve più e ingombra il solaio, si ricorre all'ormai ovvio eBay o ad altri strumenti più caserecci in cui furoreggia perlopiù il baratto. Lo stesso avviene per l'abbigliamento: i qualcosa-di-meno-che-milleuristi che non si rassegnano a indossare soltanto tessutacci cinesi o si sentono potenziali fashion victim per quanto del tutto sprovvisti perfino delle risorse necessarie per accedere ai saldi, possono concedersi un ricambio un po' più rapido nel proprio guardaroba attraverso i cosiddetti swap parties, incontri autorganizzati in cui i partecipanti, percorsi da brividi vintage, si scambiano a costo zero abiti e accessori. In alternativa, per comprare un capo nuovo ci si può rivolgere a siti "a invito" come , in cui, come in un outlet virtuale, si trovano supersconti nel campo dell'abbigliamento.




Fonte: IlSole24ore.it

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